Qualche settimana fa abbiamo intervistato alcuni studenti della Scuola Shalom che L’Africa Chiama gestisce e sostiene a Lusaka in Zambia. Ninah è una delle nostre studentesse: ha 18 anni e frequenta l’ultimo anno.
“Ho cambiato tante scuole. Mia mamma è un’insegnante, quindi di solito frequentavo scuole dove insegnava lei, spostandosi per il paese. Alla Scuola Shalom invece sono arrivata perché è vicino a casa ed è una scuola pubblica. Una delle caratteristiche di Kanyama è la mancanza di strutture pubbliche, come scuole e ospedali. Infatti, c’è un solo ospedale pubblico e undici scuole pubbliche che non possono coprire le richieste di una popolazione di più di 400.000 abitanti.
Sono molto felice di frequentare questa scuola perchè il Centro Shalom offre molte opportunità. Frequento regolarmente le lezioni ma contemporaneamente partecipo a tante iniziative: faccio parte anche del Media Club e sono una volontaria bibliotecaria della Libreria all’interno della scuola.
Il Media Club è uno spazio per gli studenti e le studentesse in cui discutere sulla scuola, delle sfide presenti e del percorso da studenti. Inoltre, alla fine dell’anno pubblicheremo il giornale Voice of Shalom per dare voce alle persone che vivono quotidianamente la scuola.
Da quest’anno frequento anche la classe di judo inclusiva: una volta a settimana abbiamo lezioni con un insegnante di judo e le svolgiamo insieme ai bambini ed alle bambine con disabilità che frequentano la mia scuola. La Shalom School infatti è una delle pochissime scuole dello Zambia dove viene messa in pratica l’educazione inclusiva: gli alunni con disabilità frequentano le attività che sono presenti per tutti, senza alcuna discriminazione.
In generale frequento e conosco tutto il centro e sono molto curiosa del campo della cooperazione internazionale. Ho tutto quello di cui ho bisogno a scuola e mi trovo bene con i membri dell’associazione, i miei amici e gli insegnanti. Ho qualche difficoltà a rapportarmi con determinati tipi di compagni di classe perché spesso hanno un modo di pensare sbagliato e mi sento un po’ isolata.”
Aiuta anche tu i nostri bambini con una donazione, oppure sostieni il centro con il Sostegno a distanza, scopri qui come fare!
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