Tra le nuove 8 operatrici volontarie in Servizio Civile Universale, c'è Anastasia che insieme a Federica è arrivata da pochissimo ad Iringa per il suo anno di servizio in Tanzania!
Anastasia, come le sue colleghe, si racconta così...
Ciao a tutti, sono Anastasia e tra pochi giorni partirò per la Tanzania per un anno di Servizio Civile Universale con L’Africa Chiama. Mentre scrivo stento ancora a crederci... un anno in Tanzania? Come è successo? Quando mi è venuta in mente questa idea? È davvero reale o sto sognando?
…È tutto vero, si parte!
Ciao a tutti, di nuovo, ricomincio dall’inizio: sono Anastasia, ho 26 anni e sono un tecnico di riabilitazione psichiatrica, appassionata di viaggi. Vivo in Puglia, amo il mare e il mio colore preferito è l’arancione, come il sole quando tramonta. Sono da sempre vicina al mondo del volontariato, grazie al quale ho fatto diverse esperienze sia in Italia che all’Estero e per il quale sento di essermi molto arricchita umanamente.
Da qualche tempo, sentivo forte il desiderio di mettermi in gioco in un’esperienza di vita personale e professionale che potesse darmi la possibilità di sperimentarmi al 100%. Da qui nasce l’idea del Servizio Civile: idea pensata e ripensata, maturata e poi abbandonata, scoraggiata dai mille dubbi ma, alla fine, confermata grazie all’incontro con Maria, una ex-civilista de L’Africa Chiama. Ricordo benissimo quel momento: era gennaio, io e lei in un bar, ore e ore a parlare di quanto questa esperienza l’avesse fatta sentire viva. Mi sono sentita viva anch’io con lei e ho capito che quell’entusiasmo che mi risuonava nel petto non poteva essere ignorato. Quindi ho scelto di fare domanda per il Servizio Civile per un progetto de l’Africa Chiama per tutta l’affidabilità, la serietà, la condivisione, la trasparenza e la vicinanza che mi è stata raccontata da Maria. Perché “non ti lasceranno sola, ti faranno sentire accolta e seguita in questo percorso” ... mi sono fidata, e sento di aver fatto bene.
E poi la Tanzania, perché? Non so spiegarne bene il motivo. Ho scelto questo paese guidata da una sensazione a pelle, piuttosto istintiva. In parte per il fascino che da sempre esercita su di me, ma soprattutto perché la mia attenzione è stata sin da subito catturata dal progetto “Sambamba”.
Sambamba significa “fianco a fianco” in lingua swahili, come chi si tiene per mano e cammina alla stessa velocità. Al fianco dei bambini con disabilità, al fianco delle loro famiglie, al fianco della comunità di Iringa. Mi piace immaginarlo così e per questo me ne sono innamorata.
Inoltre, negli ultimi anni grazie al mio lavoro, ho avuto la possibilità di vivere a stretto contatto con minori con disabilità e di seguirli nel loro percorso di riabilitazione e questo è stato un motivo aggiuntivo che mi ha portato in Tanzania.
Adesso, indosso uno zaino pieno di entusiasmo, determinazione, paure, tempo per riflettere, curiosità e soprattutto di voglia di vivere appieno, lasciando andare pregiudizi e sovrastrutture. Voglio conoscere e condividere la quotidianità e svestirmi del mio sapere per cogliere fino in fondo il senso di questa esperienza. Sono certa che sarà un anno incredibile.
Respiro. È tutto vero, si parte!
Articolo di Anastasia Patimo, Operatrice Volontaria in Sevizio Civile Universale in Tanzania
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