E’ difficile trovare le parole per esprimere un’emozione. Vorrei sapervi spiegare cos’è questo peso sul cuore quando penso a Soweto e la gioia che mi stringe lo stomaco quando penso ai “miei” ragazzi, alla voglia che ho di abbracciarli e di mangiare di nuovo tutti insieme.
Per tutta la permanenza in Kenya non ho fatto altro che pensare a quanto avesse l’Italia più dell’Africa: pensavo alla doccia con l’acqua corrente, alle lenzuola pulite, ai fornelli a gas…ma non mi sono mai fermata un momento a pensare a cosa ha il Kenya più dell’Italia.
Credo che la risposta esatta sia: la gente. La gente ti rapisce, ti fa innamorare, sorridere e piangere!
A partire dalla signora al supermercato che si avvicina solo perché ha sentito che parli italiano e vuole dirti “karibuni!!” (benvenuto!!), ai bambini dell’asilo che fanno a gara per conquistare il posto a sedere più vicino a te e alla fine tenerti la mano è il loro premio.
La gente che ti fa entrare in casa propria come se ti conoscesse da una vita e la signora che al mercato scambia la tua stoffa con una delle sue che ti piace di più. Le maestre che ci ringraziano e ci fanno i complimenti semplicemente perché abbiamo dato una mano di bianco alle loro aule.
Forse oggi, a poche settimane di distanza, non posso ancora capire cosa il Kenya mi abbia donato, ma di una cosa sono sicura: non c’è giorno che passa che io non pensi alle persone che ho lasciato lì.
Messe a confronto a una cosa così, l’acqua corrente e le lenzuola pulite sono poi così importanti?
Sara Fiacco – volontaria a Soweto - Nairobi (Kenya) Ottobre 2011
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