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PUNTI DI VISTA - Articolo di Eleonora Boschi volontaria SCU in Tanzania

Perché alla fine è solo una questione di punti di vista.

Uomo nero o uomo bianco, costoso o economico, grasso o magro, corretto o non corretto. Punti di vista, soltanto di questo si tratta. 

Noi, gli occidentali,  i “wazungu” per dirla alla tanzaniana, siamo da sempre cresciuti con la favoletta che è “l’uomo nero” a far paura. 

Quante volte da piccoli ci è stato detto che sarebbe arrivato l’uomo nero a prenderci quando stavamo per fare qualcosa che secondo i più grandi era sbagliato? Come se “l’uomo nero” fosse più cattivo o minaccioso di quello “bianco”, come se “l’uomo nero” potesse farci del male e quello bianco no. 

E per quanto tempo noi abbiamo continuato a crederci, a questa storiella dell’ “uomo nero”? E soprattutto, quanti ancora ci credono, a questa cosa che l’ “uomo nero” fa paura ed è cattivo?  

Vivendo in Tanzania ho capito che non è il nero o il bianco a fare paura, è semplicemente il diverso

Per la prima volta nella mia vita sono stata io, donna e bianca, a fare paura. 

Si sono spaventati, e non poco, tanti bambini con cui lavoro la prima volta che si sono visti avvicinare a loro una ragazza che non aveva assolutamente niente di simile a quello a cui erano abituati, e si meravigliano continuamente le persone che incontro per strada, solo perché sono bianca. 

E quindi quale è la vera versione dei fatti? Chi è che fa davvero paura? Chi è giusto e chi è sbagliato? 

Semplice, o forse no: nessuno è giusto e nessuno è sbagliato, siamo solo diversi, ed è questo che ci fa realmente paura

Con il tempo, ho capito che funziona così per tante altre cose che prima di adesso avevo considerato soltanto secondo la mia versione. 

In Tanzania un piatto di fagioli e riso costa circa 2000 scellini, 0,72 centesimi. 

Le prime settimane in Tanzania pensavo che fosse molto economico per un pasto completo, ma in poco tempo ho capito che mi sbagliavo. Ancora una volta dipende dal punto di vista che usiamo per analizzare la situazione. 

2000 scellini per un pranzo è un prezzo onesto per me, per un bianco che vive in Tanzania, o per un tanzaniano che ha avuto l’opportunità di studiare e di trovare un buon lavoro. Per tanti altri, invece, per coloro che hanno uno stipendio di neanche  200.000 scellini e una famiglia con 4/5 figli da sfamare ogni giorno, a cui pagare la scuola e l’uniforme, quei 2000 scellini quotidiani per un pranzo non sono poi così pochi. 

La stessa riflessione, anche se forse fa sorridere un po’ di più, mi capita spesso di farla quando si parla del fisico di una persona. 

Sono nata e cresciuta in una cultura in cui la donna è bella se è magra, in cui i disturbi alimentari sono sempre più frequenti fra i giovani a causa degli ideali che vengono ormai imposti a tutti. 

Raramente, in Italia, qualcuno ti fa notare che sei ingrassata/o, perché per tutti rappresenta una cosa negativa. Diversamente, tutti si complimentano con te nel momento in cui perdi quei 3/4 chili che ti facevano sentire in difetto. 

In Tanzania succede esattamente l’opposto. 

Le donne sono belle quando sono in carne, perchè questo significa che si è in salute e che ci si può permettere di mangiare bene e tanto, ed è con grande gioia che tutti ti fanno notare quando ingrassi.

Le prime volte che i miei colleghi e i miei amici mi facevano notare che ero ingrassata, non riuscivo a rispondere con lo stesso entusiasmo con cui mi veniva detto. Adesso però, ho imparato a scherzarci su, perché so che il loro commento in realtà, non è altro che un complimento. 

Me lo ripeto ormai tutte le volte che mi meraviglio o non capisco la ragione di determinati comportamenti e usanze: è una questione di punti di vista e in questi casi più che mai, sospendere il giudizio e mettersi all’ascolto dell’altro rappresenta l’unico vero modo per capire che tutto ciò che noi consideriamo giusto, lo è solo per noi e che per gli altri giusto talvolta è qualcosa che noi abbiamo sempre fatto fatica ad accettare

Articolo di Eleonora Boschi, volontaria SCU ad Iringa (Tanzania)

foto di Eleonora Boschi in Tanzania

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